Una volta esistevano dei piccoli pezzi di carta colorata che permettevano di portare a termine le spedizioni e che hanno contribuito a rendere il mondo della posta e delle spedizioni qualcosa di molto veloce rispetto al passato. Parliamo ovviamente del francobollo, un piccolo quadratino colorato che ci permette di racchiudere nella nostra mano un grande pezzo di storia.
Oggi i francobolli hanno perso gran parte del loro valore, ma rimangono sicuramente molto validi in termini di collezionismo proprio perché ne possiamo vantare davvero tantissimi nel corso della storia. Ne troviamo di grandezze e forma diverse, per non parlare poi del valore finale attribuito ad ognuno di essi, ovviamente variabile a seconda delle occasioni.
In questo articolo parleremo proprio dei francobolli, della loro storia e di tutte quelle cose che riguardano da vicino questo piccolo strumento molto in voga nel passato del nostro paese, ma anche in quello di tutte le altre nazioni. Ecco, quindi tutto quello che possiamo sapere su questo argomento e quale tra i tanti francobolli in circolazione potrebbe valere fino a 12.800 euro.
Che cos’è un francobollo?
Quando parliamo di francobollo facciamo riferimento ad un piccolo strumento che in passato era necessario, in quanto serviva per portare a termine le opere di spedizione di pacchi e lettere. In effetti possiamo descrivere questo piccolo accessorio come un pezzo di carta non comune che da una parte della presenza di un leggero strato di gomma e davanti contiene dei disegni che lo rendono unico nel suo genere.
Lo Stato definisce questa risorsa come una sorta di carta-valore che ovviamente viene riconosciuta a livello generale e che per l’appunto risultava essere basilare per il funzionamento della Posta in ogni suo ambito di appartenenza. Se non veniva apposto il francobollo sul pacco o sulla lettera questi non potevano partire.
Possiamo quindi descriverlo come la prova relativa al pagamento di un determinato servizio senza il quale la corrispondenza non sarebbe mai stata spedita al destinatario. Di solito bastava il pagamento di questo piccolo quadratino per evitare di incappare in multe e tasse che, invece, risultavano essere molto più costosi e invalidanti.
La storia del francobollo
Come abbiamo detto più volte nel corso di questo articolo, il francobollo è una risorsa che oggigiorno si usa pochissimo mentre in passato risultava essere una colonna portante circa il mondo delle spedizioni in Italia e nel mondo. Lo possiamo quindi catalogare come un mezzo del passato ma, a quanto pare, è ancora più vecchio rispetto a quello che siamo portati a pensare.
Un primo accenno di francobollo lo possiamo annoverare nel 1600 quando a Venezia era stata individuata una sorta di tassazione che per l’appunto si focalizzava sulla produzione di alcuni pezzi di carta che dovevano essere obbligatoriamente apposti su tutte le lettere in entrata e in uscita. Una vera e propria rivoluzione per tutti.
Il primo francobollo vero e proprio, invece, risale al 1861, anno in cui l’Italia è stata unificata. L’esemplare in questione, che costava per l’appunto 10 centesimi, vedeva sulla sua superficie principale il volto di re Vittorio Emanuele II. Questo era sicuramente alla base di ogni tipo di servizio e ha certamente contribuito a rivoluzionare la visione degli italiani in questo senso.
Come si stabilisce il valore di un francobollo?
Il francobollo è uno degli oggetti più collezionati di sempre ed è per questo che anche se non trova grande riscontro in termini di utilizzo può avere un grandissimo valore per quanto riguarda una collezione particolare. Ovviamente è impossibile fare un discorso che valga per tutti, ma bisogna prendere in considerazione i diversi parametri che serviranno a decretare il valore finale di questo piccolo quadratino di carta.
Tra i parametri che possono aiutarci nell’identificazione di questo fattore dobbiamo citare le condizioni del francobollo poiché questo non deve presentare graffi, abrasioni e nemmeno essere scolorito o illeggibile. Dobbiamo poi focalizzarci sul numero degli esemplari esistenti, sull’anno in cui questi sono stati prodotti e anche la possibilità di disporre di pezzi presenti in edizione limitata.
Sicuramente anche la presenza di errori di stampa o di piccole anomalie possono essere prese in considerazione poiché possono essere ritenuti elementi molto particolari che potrebbero far aumentare esponenzialmente il valore finale di un francobollo, soprattutto in termini collezionistici. Proprio per questo bisogna compiere una valutazione approfondita oppure rivolgersi ad un esperto del settore per avere un parere specifico.
Quale francobollo da 50 centesimi potrebbe valere fino a 12.800 euro?
Esistono davvero tanti francobolli che vengono considerati come rari e alcuni di questi possono avere un valore così tanto alto da risultare davvero inaspettato. In realtà possiamo citarne diversi e tutti questi potrebbero avere un valore che, in alcuni casi, può arrivare a toccare il tetto dei 12.800 €, se non anche di più. Ci riferiamo, per esempio, al lotto che vede come protagonista il re Vittorio Emanuele III.
Questi francobolli, che hanno dei colori variabili poiché sono presenti in tonalità rosacea, violacea e arancione, sono davvero particolari perché rappresentano il volto di quello che all’epoca era considerato come l’uomo più importante di tutta Italia. Questi francobolli vedono l’effigie del re al centro di una cornice di fiori, la scritta Poste Italiane e poi il valore che, per l’appunto, esprime il francobollo ovvero 50 centesimi. Qualora questo venisse giudicato in perfette condizioni e ci fosse un’alta richiesta dello stesso potrebbe valere da un minimo di 3.000 a circa 13.000 €. Un piccolo ma grande tesoretto da non lasciarsi scappare!